Messico, improvviso e inusuale

di Riccardo Innocenti

Improvviso e inusuale, cosi’ definirei il mio breve viaggio di Capodanno 2017  a Città del Messico. Improvviso perché mia madre mi ha avvisato della partenza poche ore prima, inusuale perché’ era lei il pilota in servizio sul volo che ci portava a destinazione. Viaggiare a seguito di un equipaggio può essere una esperienza entusiasmante , specialmente se piloti ed assistenti di volo non sono stressati da ritardi e maltempo   e per mia fortuna il gruppo era affiatato e rilassato e mi hanno accolto affettuosamente.

Città del Messico e’ una immensa città ad altissima densità abitativa, con quartieri belli e curati circondati da  aree periferiche molto estese  simili a “favelas” ma coloratissime.

Sorge su un antico lago che fu prosciugato dagli abitanti intorno al 1600 e ancora oggi un sistema di drenaggio evita il riformarsi del bacino nel sottosuolo della città. Tante furono le popolazioni che, sin dal 9500 a.c., occuparono la regione: gli Olmechi per primi, poi gli abitanti della città di Teotihuacan che costruirono le famose piramidi del Sole e della Luna, i Toltechi, e gli Aztechi. 

Intorno al 1520, a seguito della conquista degli Spagnoli,  inizio’ l’ Epoca Coloniale, caratterizzata fra l’ altro dal sorgere nella città di sontuose costruzioni dedicate al culto religioso come la grandissima Cattedrale Metropolitana, lunga 110 metri, alta 30 e divisa internamente in 5 navate , situata nella immensa piazza dello Zocalo o  la Antica Basilica dedicata alla Vergine di Guadalupe, con le sue quattro torri ottogonali e con la splendida volta di ceramica gialla , la cui costruzione comincio ‘ nel 1531 e che oggi rivela con i suoi evidenti segni di sprofondamento l’ origine lacustre del sottosuolo.

A poca distanza e’ sta fatta sorgere negli ultimi anni una Basilica Nuova che ospita la veneratissima immagine della Nostra Signora di Guadalupe che in particolari ricorrenze raduna pellegrini da tutto il paese.

La storia antica dell’ intero Messico e’ rappresentata come in un lungo viaggio attraversando le sale del bellissimo  Museo Antropologico  di Città del Messico.  Ricco di reperti archeologici racconta un susseguirsi di popoli   cruenti e sanguinari , conosciuti per i loro sacrifici umani e i  loro riti religiosi , per il durissimo gioco della pelota e per i sontuosi copricapi di piume dai colori iridescenti , per il calendario azteco rappresentato su di una gigantesca ruota di pietra, per le preziose maschere di ossidiana nera e per le ceramiche artisticamente decorate.

Infine e’ impossibile per qualsiasi viaggiatore che fa tappa in Messico non apprezzare la tanto nota cucina locale, caratterizzata da cibi molto speziati e piccanti, tortillas di mais riempite in mille  modi diversi e tequila che, come ho scoperto, viene prodotta attraverso la trasformazione e fermentazione dell’ Agave, pianta molto comune, che viene inoltre utilizzata per ottenere tessuti e una specie di carta.

Due giorni non sono certo sufficienti per conoscere una città ma l’equipaggio doveva effettuare il volo di ritorno e quindi sono rientrato a Roma con quella curiosità  tipica del viaggiatore che sono sicuro mi porterà’, spero presto, di nuovo in Messico.

Riccardo Innocenti