Villa di Castello (Firenze): il prato fiorito di Botticelli

di Antonia Palena

La Villa di Castello, nei dintorni di Firenze, è una delle più antiche residenze della famiglia Medici, che la possedette fin dal 1477. Prediletta da Cosimo I de’ Medici, fu oggetto di particolari cure e il suo giardino, progettato nel 1538, venne studiato per celebrare il potere del principe attraverso la simbologia delle sue statue, delle fontane e delle grotte.

Il giardino conserva ancora oggi un grande prestigio essendo l’esempio meglio conservato di giardino rinascimentale, imitato poi in Italia e in tutta Europa. Dal 2013 è stato riconosciuto dall’UNESCO patrimonio dell’umanità assieme a tutte le ville medicee della Toscana.

Il giardino della villa medicea di Castello è un museo a cielo aperto, situato nel silenzio di un luogo quasi magico. Ricco di arte da scoprire, con le sue statue antiche e rinascimentali, conserva la più preziosa collezione di agrumi d’Europa, quasi 500 piante a dimora nei caratteristici vasi toscani di terracotta.

Nel 2013, durante la IX edizione del concorso che premia le bellezze verdi italiane, viene eletto parco pubblico più bello d’Italia. Oltre tutto questo, il giardino cela un altro inedito e sorprendente spettacolo della natura: i suoi prati fioriti d’inverno.

Sempre esistiti, perché spontanei, i prati di questo genere sono andati perduti dall’Ottocento in poi. Dopo almeno due secoli di abbandono, intorno al 1980 inizia un percorso di recupero grazie all’intuizione e alla capacità di esperti botanici, curatori e conservatori di questi giardini storici, come Paolo Galeotti, agronomo esperto ed appassionato e responsabile del giardino.

Finanche un attento esame del famoso dipinto di Botticelli La Primavera – che, si dice, proprio dal giardino di Castello fu ispirato – nonché della Lunetta di Giusto Utens, conservata nella vicina villa La Petraia, hanno consentito di identificare le specie di fiori che caratterizzavano i prati tipici del primo periodo mediceo e di riclassificare e reintrodurre oltre cento specie e varietà, tra erbe e fiori, recuperando soprattutto ciò che era andato perduto per l’incuria dei secoli successivi.

Ogni anno da febbraio ad aprile, anemoni, narcisi, bucaneve, ranuncoli, iris nani, muscari, crochi, fritillarie, tulipani, crochi sono il caleidoscopio che si svela al visitatore, offrendo il delicato incanto della fioritura durante il riposo vegetativo dell’elegante giardino all’italiana.

Oggi il giardino fa parte del Polo museale della Toscana ed è aperto al pubblico nella sua interezza. Il calendario delle aperture è visibile sul sito web del Polo: http://www.polomusealetoscana.beniculturali.it/

…I giardini hanno pensieri profondi e quindi complessi, amano sia la vita sociale e talvolta mondana sia quella intima e segreta del loro rapporto quotidiano con la mano esperta del giardiniere…(Philippe Daverio)

Antonia Palena