Viterbo: inaugurata la mostra “Il Tesoro di Santa Rosa”

testo e foto di Lucia Centi

Il 2 settembre scorso, nella città di Viterbo è stata inaugurata la mostra “Il tesoro di Santa Rosa”, all’interno dell’omonimo Monastero. Dipinti, affreschi, manoscritti, manufatti, oggetti di vita quotidiana importanti sia sotto il profilo spirituale che  artistico rievocano la brevissima ma intensissima vita della Santa di Viterbo.

Presenti all’evento tutti i rappresentanti delle Istituzioni che hanno collaborato alla realizzazione dell’esposizione: Soprintendenza, Comune di Viterbo, Monastero di Santa Rosa, Centro Studi Santa Rosa, Fondazione Carivit, MiBACT.

La sinergia di tutti gli attori coinvolti ha reso possibile il restauro di opere e spazi dell’edificio, rendendoli  fruibili dalla collettività in quanto  patrimonio storico, religioso ed artistico, che non si sarebbe conservato fino ad oggi senza la funzione di presidio delle suore Claustrali e delle attuali suore Alcantarine.

Le aree tematiche attorno alle quali si sviluppa il percorso espositivo sono: l’antico monastero e la sua decorazione, la vita di Santa Rosa e la sua canonizzazione; le monache di Santa Rosa e la vita nel monastero; la devozione popolare e gli ex voto. Il percorso espositivo dagli spazi antistanti alla sala Capitolare e al Refettorio, svelano dipinti selezionati per il loro valore storico ed artistico e restaurati specificatamente  per la mostra.

La quattrocentesca Madonna del Latte, dipinta su una tegola, e un olio su tela del XVI secolo raffigurante Sant’Orsola; il bozzetto di Marco Benefial con “La prova del fuoco”; riproduzioni di acquerelli secenteschi del Sabatini con la storia della Santa; i documenti relativi alla santificazione; il manoscritto del 1457 contenente il processo di canonizzazione e le cosiddette Lettere patenti di 13 comunità limitrofe che lo sostenevano.

All’interno del Refettorio, un ampio salone voltato a botte, dove sono stati restaurati i dipinti murali, è possibile  immergersi nella vita del monastero: ceramiche antiche e manufatti preziosi di oreficerie, gli Abadessati (documenti che attestano i periodi delle varie badesse). Attraverso questi reperti è stato ricostruita la storia del Monastero tra la fine del XVI ed il XVIII secolo.

Il restauro   dei dipinti murali (Ultima cena, Ascensione e Madonna in Gloria) hanno riportato alla luce scene del Seicento Viterbese, che l’umidità e le ridipinture grossolane avevano mortificato. Nell’ultima Cena il realismo della scena è efficacemente rappresentato; spicca tra tutti la figura di Giuda, che nella sua posa rivela la bruttezza non solo dell’animo ma anche del corpo, volta le spalle al Cristo e con sfrontatezza  è rivolto verso le monache con  il sacchetto contenente le monete del tradimento in una mano,  mentre con l’altra compie il gesto del trenta.

Attualmente non si hanno i documenti che attestano la committenza,  ma gli studiosi hanno rintracciato affinità con alcuni disegni della bottega del Cavalier d’Arpino, a cui  si attribuisce anche l’Ascensione.

Contrapposta al realismo dell’Ultima Cena, i candidi incarnati di San Francesco, San Lorenzo e soprattutto di Santa Rosa che emerge dal gruppo con un’espressione dolce e pensosa, immagine per questo motivo scelta come rappresentativa della mostra.

L’esposizione è un’occasione emozionante per tuffarsi nella storia  e per conoscere un patrimonio culturale artistico e spirituale che le suore Alcantarine oggi  mettono a disposizione della collettività.

 

Lucia Centi

 

 

Mostra: 2 settembre 2017-6 gennaio 2018

Orario: 9.30-12.30; 15.30-20 (fino al 13 settembre) dal 14 settembre 15.30-19.00

Tel.: 0761 342887 e-mail: monasterosantarosa@alice.it www.sabap-rm-met.beniculturali.it