Roma: “Enjoy” al Chiostro del Bramante, fino al 25 febbraio 2018

testo e foto di Lucia Centi

Il Chiostro del Bramante dopo l’amore punta sul divertimento, grazie a Danilo Eccher curatore della fortunata esposizione Love.

Enjoy una mostra di arte contemporanea che ha come sottotitolo “L’arte incontra il divertimento”, una locuzione che indica non solo un modo diverso di vivere l’arte, ma il dare spazio ad artisti di acclarata fama, ponendo sotto la lente di ingrandimento le diverse possibilità percettive connesse alla fruizione delle opere.

Gli spazi del Chiostro ospitano per l’occasione opere di alcuni dei maggiori esponenti dell’arte contemporanea: Alexander Calder, Mat Collishaw, Jean Tinguely, Leandro Erlich, Tony Oursler, Ernesto Neto, Pietro Fogliati, Michael Lin, Gino De Dominicis, Erwin Wurm, Hans Op De Beeck, Studio 65, Martin Creed, Ryan Gander, teaamLab.

Sono i protagonisti del novecento storico e del terzo millennio, accomunati da un filo sottinteso, il divertimento, assunto nell’accezione etimologica della parola: portare altrove. “Malgrado tutto – spiega Eccher nel catalogo pubblicato da Skira – l’Arte non ha mai voluto rinunciare al piacere del suo gioco e del suo divertimento”.

Nel primo novecento questa inclinazione ha avuto il sopravvento nel campo della produzione artistica come reazione alle tragedie di due guerre mondiali e al dramma della Shoah.  Per comprendere la mostra  bisogna seguire quel tracciato e perdersi nei meandri dell’arte per lasciarsi portare altrove senza pensieri.

Il visitatore nella singolare esposizione potrà ammirare e diventare una parte integrante delle opere come la sedia nera  a pois bianchi “Micky dei sogni” realizzata da studio 65, la stanza con tantissimi palloncini colorati, i fiori di Mat Collishaw, le opere sospese di Alexander Calder, la torta gigante di Hans De Op Beeck.

Percorrendo l’esposizione di sala in sala si passa dalle installazioni ludico-concettuali di Martin Creed, al labirinto degli specchi di Leandro Erlich, dagli occhi inquietanti di Tony Oursler, ai corpi deformi di Erwin Wurm. Le opere si possono vedere, toccare in una interazione continua di costanti rimandi tra illusione  e realtà e tutto diventa possibile.

Il modo migliore per vedere la mostra è quello di lasciarsi andare nella dimensione del piacere, del gioco,  del divertimento e dell’eccesso, l’unica plausibile, per comprendere i linguaggi dell’arte contemporanea e “ritrovare il coraggio di tornare bambino”.

Lucia Centi