“Venezuela, la maledizione del petrolio” di Emiliano Sacchetti

di Antonella D’Ambrosio

“Venezuela, la maledizione del petrolio” va in onda, in anteprima italiana, su History (in esclusiva su Sky al canale 407) lunedì 30 marzo alle 22.40. Molti buoni motivi inducono a vedere questo documentario di Emiliano Sacchetti, prodotto da Gioia Avvantaggiato per GA&A Productions, in coproduzione con Gruppe5/ZDF e in associazione con ARTE, RTS, SVT, NRK, presentato nella selezione ufficiale del Concorso Internazionale per lavori oltre i 40’ nell’ambito del FIGRA – Festival Internazionale di Grandi Reportage e Documentari su società. L’opera, chiara e ben costruita, si avvale di interviste dirette al popolo venezuelano e a personaggi di spicco della politica anche mondiale ed è cucito con immagini di repertorio che si susseguono fino all’attualità per mostrare lo stato di grande disagio in cui versa la nazione.

“Venezuela, la maledizione del petrolio” è arricchito dalla fotografia di Marco Pasquini, della presa diretta di Juan Manuel Lopéz Moreno, del montaggio di Carlotta Marrucci e della consulenza giornalistica di Giulia De Luca. A vent’anni dalla Rivoluzione Bolivariana, uno dei paesi più ricchi del Cono Sur, o Sud, cioè la regione geografica comprendente quei paesi sudamericani che sono al di sotto del Tropico del Capricorno, è al centro di una terribile crisi umanitaria.

Il documentario descrive benissimo la situazione attuale, semmai è carente di accenni alla storia precedente, che avrebbero giovato ad una comprensione più capillare. Anche le sanzioni imposte dagli Stati Uniti sono sempre dichiarate e mai spiegate. Ricordiamo che con Trump è la quarta volta che gli USA impongono sanzioni restrittive a questo stato indipendente; già infatti con Obama le sanzioni avevano ostacolato singole imprese o cittadini imprenditori, ma, apprendiamo, non avevano toccato la maggioranza del popolo, come invece succede con quelle imposte da Trump dall’agosto 2017.

Le sanzioni si possono, per chiarezza, così riassumere: divieto di comprare nuove obbligazioni; divieto di commerciare su obbligazioni esistenti; congelamento degli asset di Maduro negli USA; divieto di intrattenere relazioni commerciali con Maduro, cosa che, naturalmente, se presentata ai cittadini americani come forma di difesa interna, mette in ginocchio l’economia venezuelana.

Si segue con grande chiarezza la difficoltà di vita del popolo e la conseguente necessità di dover cercare scampo altrove: la diaspora è maggiore di quella siriana provocata dalle guerre. E’ descritto con precisione il quadro geopolitico che si è creato con nazioni che si sono schierate con gli Usa, e dunque contro il Venezuela, e altre che invece non hanno voluto ratificare l’ascesa al potere dell’autoeletto Guaidó: emblematico caso internazionale in cui Stati Uniti, Russia, Cina ed Europa stanno misurandosi in nome del petrolio.

 

È il popolo venezuelano a fare le spese dei diversi giochi internazionali di potere in atto e degli scontri politici tra il governo in carica e l’opposizione. Significativo il caso del giovane in contrasto con la famiglia, precedentemente abbiente, la quale parteggia per Guaidó, imposto dagli USA, nella speranza di un futuro migliore o che comunque sblocchi la situazione di disfacimento in atto, mentre il figlio parteggia per il vecchio leader Maduro: fa pensare la situazione ribaltata rispetto alle nostre società, dove i giovani sono per il nuovo, per il cambiamento.

Venezuela, la maledizione del petrolio cerca di fare il punto, prima che la situazione precipiti, e lo fa con tenacità, coraggio, curiosità internazionale e soprattutto indipendenza dai poteri politici, economici o mediatici.

di Antonella D’Ambrosio

 

 

Bolivarismo è il nome che rappresenta la visione storico-politica dell’America latina di Simón Bolívar (1783-1830), generale, patriota e rivoluzionario, che partecipò attivamente alle lotte per l’indipendenza di Venezuela, Colombia, Perù, Bolivia ed Ecuador.