RAFFAELLO 1520-1463. OLTRE 200 OPERE PER CELEBRARE RAFFAELLO

di Antonella D’Ambrosio

L’eccezionale mostra su Raffaello alle Scuderie del Quirinale è stata investita in pieno dal periodo della reclusione per pandemia: è, per ora, un prezioso scrigno all’interno del palazzo. Si è scelto allora un modo- video, la visita virtuale, per accompagnare i partecipanti in una passeggiata tra le sale, custodi di oltre 200 capolavori provenienti da tutto il mondo e consentire al pubblico di ammirare, anche a distanza, lo splendore dell’arte di Raffaello e la grandiosità del progetto espositivo. L’intento è di condividere cultura e bellezza con il maggior numero possibile di persone.

 

L’esposizione segue, in maniera molto intelligente, a ritroso la vita dell’artista: non è forse vero che conosciamo gli artisti del passato prima di tutto dalla loro maturità artistica? Questo vale ancora di più per il grande Raffaello che si spense improvvisamente a soli 37 anni di età il 6 aprile del 1520 a Roma. L’Italia rende omaggio al sommo artista del Rinascimento a cinquecento anni dalla morte di Raffaello Sanzio, proprio a Roma, luogo dove espresse le sue doti uniche e che gli diede la fama universale.

 

 

Alle Scuderie sono riuniti, per la prima volta, più di cento capolavori autografi, o comunque riconducibili a ideazione raffaellesca, tra dipinti, cartoni, disegni, arazzi, progetti architettonici. L’allestimento, di una precisa chiarezza, mostra altrettante opere di confronto e di contesto (sculture e altri manufatti antichi, sculture rinascimentali, codici, documenti, preziosi capolavori di arte applicata) per un ammontare complessivo di 204 opere di cui 120 dello stesso Raffaello tra dipinti e disegni.

Realizzata dalle Scuderie del Quirinale insieme alle Gallerie degli Uffizi, la mostra è curata da Marzia Faietti e da Matteo Lafranconi con il contributo di Vincenzo Farinella e Francesco Paolo Di Teodoro. Il progetto ha beneficiato della collaborazione con la Galleria Borghese, il Parco Archeologico del Colosseo e i Musei Vaticani, istituzioni che si sono rese generosamente disponibili a costruire un importante coordinamento sinergico con Scuderie del Quirinale e Gallerie degli Uffizi relativamente alle celebrazioni dell’anno raffaellesco a Roma.

L’ampiezza,  mai tentata finora,  della rassegna presenta capolavori provenienti dalle collezioni dei più importanti musei e collezioni nazionali ed internazionali tra cui: Gallerie Nazionali di Arte Antica, Pinacoteca Nazionale di Bologna, Museo e Real Bosco di Capodimonte, Galleria Borghese, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Fondazione Brescia Musei, e poi ancora Musei Vaticani, Louvre, National Gallery di Londra, Museo del Prado, Museo Nacional de Artes decorativas di Madrid, Patrimonio Nacional, National Gallery of Art di Washington, Metropolitan Museum di New York, Albertina di Vienna, British Museum, Royal Collection, Ashmolean Museum di Oxford, Musée des Beaux- Arts di Lille.

 

Un’occasione irripetibile per vedere riunite nello stesso luogo opere celeberrime e amatissime in tutto il mondo come: la Madonna del Granduca e la Velata delle Gallerie degli Uffizi o la grande pala di Santa Cecilia dalla Pinacoteca di Bologna; opere mai tornate in Italia dal momento della loro esportazione per ragioni collezionistiche come la sublime Madonna Alba dalla National Gallery di Washington, la Madonna della Rosa dal Prado o la Madonna Tempi dalla Alte Pinakothek di Monaco di Baviera; dipinti straordinari e iconici come il Ritratto di Baldassarre Castiglione e l’Autoritratto con amico dal Louvre.

Per la prima volta, si trovano nello stesso luogo i ritratti dei due papi che consentirono a Raffaello di dimostrare il suo immenso potenziale artistico negli anni romani: quello di Giulio II dalla National Gallery di Londra e quello di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi dagli Uffizi, il cui spostamento ha dato luogo alle dimissioni in blocco del Comitato scientifico degli Uffizi, che era contrario.

 

La mostra presta particolare attenzione al fondamentale periodo romano, pur descrivendo per intero, in chiave monografica, tutta la vasta e articolata produzione creativa dell’urbinate: il percorso espositivo non si limita alla presentazione dei soli capolavori della pittura, ma si estende all’intera attività progettuale dell’artista dalle arti plastiche a quelle decorative, dall’antiquaria all’architettura fino all’urbanistica, procurando allo spettatore sbigottito, da tanta bellezza visibile in un unico luogo, la sindrome di Stendhal.

 

 

Molti furono i compiti che Raffaello fu chiamato ad assolvere per tutto il periodo romano: condurre gli scavi per riportare alla luce, studiare e conservare le vestigia di Roma antica; sovrintendere al grandioso cantiere della Fabbrica di San Pietro; perfezionare lo studio e il metodo della pittura richiesta dai più importanti committenti per la sua inarrivabile armonia.

 

 

A ritroso, dunque, questa impareggiabile esposizione, come un flash-back che parte da una spettacolare riproduzione a grandezza naturale della monumentale tomba di Raffaello al Pantheon, commissionata per l’occasione alla FACTUM FOUNDATION FOR DIGITAL TECHNOLOGY IN CONSERVATION, leader mondiale dei rilievi digitali legati alla conservazione del patrimonio, con il famoso epitaffio: ILLE HIC EST RAPHAEL TIMVIT QVO SOSPITE VINCI RERVM MAGNA PARENS ET MORIENTE MORI.

Qui sta quel Raffaello, mentre era vivo il quale, la Natura temette di essere vinta e, mentre moriva, di morire con lui”.

Antonella D’Ambrosio

 

Raphaël (dit), Sanzio Raffaello (1483-1520). Paris, musée du Louvre. INV611.

Il video è disponibile su: https://www.scuderiequirinale.it/media/una-passeggiata-in-mostra

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