Un cieco che vede assai chiaramente: Camilleri è Tiresia

SALOTTO DIGITALE, la web TV di VIAGGIeMONDO – a cura di Adele Materazzo e Antonella Pino d’Astore

Conversazione su Tiresia” di e con Andrea Camilleri, è il testo dello spettacolo teatrale andato in scena al Teatro Greco di Siracusa l’11 giugno 2018, per la regia di Roberto Andò e Stefano Vicario, e poi trasmesso in tv.

di Adele Materazzo – Il 30 ottobre 2018 ho seguito per VIAGGIeMONDO la conferenza stampa e la proiezione di presentazione del film, alla Casa del Cinema di Roma, in cui Andrea Camilleri, che aveva da poco compiuto 93 anni  si presentò accompagnato e sorretto dal suo braccio destro, Valentina Alferj.

Era cieco, il suo fisico appariva stanco, la sua mente, invece, era ancora brillantissima. Una mente capace di creare e portare in scena con ironia e profondità uno spettacolo unico.

Al teatro di Siracusa 4000 persone, consapevoli di assistere a qualcosa di molto speciale, hanno ascoltato in un silenzio “assordante” Camilleri che con il suo inconfondibile stile affabulatorio, coniugando sapientemente il lessico colto con la sua ironia e un tono da conversazione tra amici, ripercorreva il mito di Tiresia e le sue variazioni letterarie (da Esiodo a Omero a Dante a Pound a Primo Levi e tanti altri) che hanno consegnato all’umanità il personaggio di Tiresia.

Una conversazione, la sua, punteggiata di parole profonde e chiare, tanto da trasformarsi in una lezione sull’ umanità. Tutto affidato alla sua memoria. Una scenografia semplice: una poltrona, un tavolino, libri. E la musica dal vivo di Roberto Fabriciani.

Ma perché Camilleri ha scelto proprio Tiresia per la sua conversazione?

Hanno in comune l’essere ciechi. Tiresia era cieco ma poteva “vedere” nel futuro, aveva questa capacità divinatoria che trascende il presente e si avvicina all’eternità. Da quando è diventato cieco anche Camilleri dice di vedere le cose assai più chiaramente. E solo tra le pietre del teatro greco sulle quali ha camminato anche il grande Eschilo, pensa di poter intuire cosa sia l’eternità e sentire distintamente dentro di lui una profonda commozione. Forse è proprio questo desiderio di eternità che lo ha portato a Tiresia.

E poi Tiresia è un personaggio così interessante, è malleabile come il pongo, dice Camilleri: è stato compiutamente sia uomo, sia donna e per questo si è arricchito di una sensibilità prismatica. Il cervello delle donne ha delle peculiarità che lo rendono superiore a quello degli uomini, dice Camilleri, e ritiene che ormai sia tempo di affidare il mondo alle donne: “Le donne sono la matrice dell’universo e prima di farci del male ci penserebbero assai più degli uomini”.

Il lavoro di preparazione dello spettacolo è stato duro.

Con l’aiuto di Valentina ha esaminato e selezionato 4 faldoni di testi e fonti, per trovare il materiale letterario e il tono giusto, e scrivere il monologo che poi è stato pubblicato da Sellerio.

Non dimentichiamo che ha dovuto memorizzarlo per poterlo portare in scena: una sfida davvero ardua per un attore debuttante di 93 anni. Ma non poteva andare meglio.

La sua grande esperienza in campo teatrale e la sua grande forza hanno fatto la differenza, dice il regista Roberto Andò, permettendo al pubblico del Teatro Greco di vivere un’esperienza magica, un’emozione pura che arriva anche al pubblico cinematografico, grazie a questo film per la regia di Stefano Vicario.

Adele Materazzo e Antonella Pino d’Astore