Nuova vita al Sepolcro degli Sposi. Il progetto Monalisa

di Gianfranco Cella

Una combinazione di più circostanze può rendere possibile il verificarsi di un evento? In realtà il caso non aiuta affatto quando debbono succedere più avvenimenti che sono uno la conseguenza dell’altro. Allora supponiamo che venga approvato un progetto di ricerca che coinvolge un’ importante museo che abbia un problema di sopravvivenza/integrità di una prestigiosa scultura ospitata nella sua sala più  prestigiosa, si attivino due università importanti, venga coinvolta un’agenzia che ha come suoi compiti  lo studio e l’utilizzazione di nuove tecnologie oltre che  l‘energia e lo sviluppo economico sostenibile, sia disponibile una società di rilevazione e software, venga scelta una giornata particolare come il Valentine Day che faccia da catalizzatore.

Allora con queste premesse diventa possibile che con la determinazione e la volontà  si possa  concretizzare un progetto. Fondamentali  però l’acquisizione di nuove conoscenze,  la disponibilità di enti o persone, si succedano incontri fra i responsabili coinvolti. Ovvio, quindi,  che il caso c’entri  ben poco. Facendo riferimento alla sequenza sopra indicata, il museo è il Nazionale Etrusco di Villa Giulia che ospita una delle coppie più famose del  mondo antico –  quello etrusco – vale a dire, la coppia coniugale semidistesa su un sarcofago con il coniuge che la stringe a se nota con il nome di  Sarcofago degli Sposi. I due sono raffigurati in un tenero abbraccio, probabilmente stanno brindando insieme con del vino: la scena quindi riprende un piacevole momento della vita quotidiana proprio per prolungarla anche dopo la morte.

Una scultura veramente raffinata realizzata da un artigiano maestro in perizia e facente parte del corredo di una  tomba situata alla Banditaccia (la necropoli etrusca afferente all’antica città di Caere), risalente alla fine del VI secolo a.C. La coppia è famosa in tutto il mondo e ci guarda con un sorriso enigmatico: il sorriso arcaico dell’arte antica che consiste nel caratterizzare i volti con le labbra rivolte all’insù, in forma di sorriso ma che in realtà  è una soluzione tecnica di rappresentazione delle labbra su di un unico piano. La statua fu ritrovata nel 1881 in 400 frammenti e venne realizzata in argilla cotta. Quindi parliamo di fragilità non solo intrinseca dell’opera a cui, purtroppo, si è aggiunta nel corso degli ultimi 90 anni l’esposizione alle scosse/vibrazioni prodotte dal traffico adiacente al Museo (parliamo essenzialmente del traffico pesante della linea ferroviaria sotterranea Roma Nord/Viterbo e della liea tramviaria di superficie lungo Viale delle Belle Arti).

Scongiurare o meglio rendere difficile il pericolo di ulteriori fessurazioni del Sarcofago diventa essenziale e prioritario. Le due Università romane esistono e sono quelle de La Sapienza e Roma Tre con i loro Dipartimenti di Ingegneria Strutturale e Geotecnica, la prima, ed Ingegneria la seconda. L’ENEA è l’agenzia che ha messo a disposizione il Dipartimento di Micro e Nanostrutture per la Fotonica e le Tecnologie per la dinamica delle strutture e la prevenzione del rischio sismico ed idrogeologico, insieme alle Analisi e protezione delle Infrastrutture critiche. Una ditta come la Somma Srl ha risposto all’appello per l’identificazione di dispositivi di rilevazione e protezione sismica così come di apparati antisismici.

 

Il giorno di San Valentino è stato deciso come giornata di lancio del progetto per il suo significato di festa dell’amore che risale all’epoca antica proprio in sintonia con la coppia di sposi. Dulcis in fundo il Museo Etrusco di Villa Giulia con il progetto Lazio Innova ha vinto il finanziamento richiesto per la copertura delle spese del progetto. Tutto pronto per partire e lanciare una tecnica sperimentale destinata ad isolare sismicamente il Sarcofago così come a proteggerlo dalle vibrazioni mediante la costruzione di una speciale piattaforma. Su tale pedana verrà collocata la vetrina con il Sarcofago degli Sposi. La coppia potrà continuare ad abbracciarsi per tutta l’eternità. Il dispositivo comprenderà anche sistemi di monitoraggio che utilizzeranno le comunicazioni attraverso le fibre ottiche  per  gestire e controllare nel tempo il fenomeno delle vibrazioni o potenziali scosse sismiche. A proposito la Monna Lisa di leonardesca memoria c’entra ben poco, MonaLisa è l’acronimo costruito combinando alcune  iniziali del Progetto.

 

Gianfranco Cella