Roma, Musei Capitolini: “L’Età dell’angoscia, da Commodo a Diocleziano”. Dal 28 gennaio al 4 ottobre 2015

La mostra “L’Età dell’Angoscia. Da Commodo a Diocleziano (192-305 d.C.)”, è il quarto importante appuntamento del ciclo “I Giorni di Roma”, progetto quinquennale di mostre che alterna esposizioni a carattere prettamente monografico (Ritratti. Le tante facce del potere, Costruire un Impero), a mostre dal taglio diacronico (L’Età della Conquista, L’Età dell’Equilibrio, L’Età dell’Angoscia), dall’epoca repubblicana fino all’epoca tardo-antica. La mostra L’Età dell’Angoscia apre una riflessione sulla questione della decadenza dell’Impero Romano come metafora più profonda dell’attuale crisi politico-economica di cui siamo testimoni diretti.

La mostra racconta la diffusa crisi spirituale e religiosa che in un clima di ansia e paure materiali ed esistenziali portò alla sfiducia e alla decadenza delle divinità e dei riti tradizionali e all’adesione sempre più massiccia al culto di nuove divinità provenienti dall’oriente: Iside, Cibele, Mitra, e naturalmente Cristo.

L’esposizione intende approfondire la conoscenza di un periodo storico di grandi cambiamenti che segnarono l’età compresa tra i regni di Commodo (180 – 192 d.C.) e Diocleziano (284 – 305 d.C.), che gli storici del tempo definirono “il passaggio da un Impero d’oro ad uno di ferro arrugginito”.

L’età dell’Angoscia, quarto appuntamento del progetto di cinque mostre “I giorni di Roma” che abbraccia un arco temporale di trecento anni, è un’iniziativa promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dal Ministero per i Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, organizzata da Zètema Progetto Cultura e MondoMostre, con la cura di Eugenio La Rocca, Claudio Parisi Presicce e Annalisa Lo Monaco.

Il progetto coinvolge prestigiosi musei internazionali come il Met di New York, il Landes Museum e lo Zentral Museum di Mainz, il Glypthotek di Monaco e nazionali, oltre i Musei Capitolini di Roma, partecipano con importanti prestiti il Museo Archeologico di Aquileia, il Museo di Santa Giulia di Brescia e il Museo Civico e Archeologico di Bologna per arrivare a comporre una ricca selezione di circa duecento opere di straordinario livello artistico.

Imponenti statue in marmo e bronzo, a grandezza intera, in alcuni casi di misura colossale, busti e ritratti, rilievi in marmo, sarcofagi e urne, mosaici pavimentali e decorazioni pittoriche parietali, e ancora preziosi argenti da mensa, elementi architettonici figurati e altari permetteranno di apprezzare da vicino il gusto di un’intera epoca, di riflettere sui cambiamenti formali e sui temi figurativi presentati da oggetti che decoravano gli spazi urbani e quelli privati (case e tombe).