Operazione Isonzo: un fiume di natura e memoria

di Antonella D’Ambrosio

Di recente pubblicazione, dal simpatico formato quadrato, potremmo senz’altro chiamarlo catalogo: “ISONZO teatro di guerra“, questo il titolo.

Contiene la riproduzione dei disegni, plastici e poster fatti dagli alunni che hanno partecipato al CONCORSO SCUOLE CLUB UNESCO e anche lettere e poesie del 1915 che li hanno ispirati; in copertina il significativo disegno che riproduce il fiume col ponte spezzato.

Con determinazione Marina Cerne, vicepresidente della sezione di Gorizia del Club UNESCO, persegue l’idea di far rientrare l’Isonzo tra i siti del patrimonio dell’umanità.

La sacralità dell’Isonzo è dettata dalle bellezze naturali e dalle battaglie succedutesi che hanno sparso il sangue di oltre 300.000 soldati italiani e austroungarici durante la prima guerra mondiale.

Il fiume è stato infatti teatro delle maggiori operazioni militari sul fronte italiano dal 1915 al 1917: delle ben dodici sanguinose battaglie dell’Isonzo.

Marina Cerne spiega nell’introduzione con chiarezza e partecipazione come non sia stato facile comporre il libro e di come i fautori abbiano perseguito l’impresa perché: “Non si poteva lasciar cadere nell’effimero di una Mostra di ‘disegni di ragazzi’ – pur se presentata nei prestigiosi locali di Palazzo Attems – quel tesoro immenso di sensazioni, espresse in pensieri, parole, immagini e disegni, che gli oltre trecento bambini e ragazzi ci avevano offerto, partecipando al nostro concorso”.

Il tesoro immenso di sensazioni dei ragazzi, di cui il libro è documentazione, sono il ricco substrato della memoria che si tramanda tra generazioni se, in una società dell’effimero come la nostra, ci sono ancora insegnanti e istituzioni che stimolano la curiosità dei giovani e i ricordi degli anziani.

Queste testimonianze dell’oggi focalizzate con attenzione e amore, estraendo non solo le espressioni più originali, ma anche le ripetitive, in quanto significative di sensazioni condivise, hanno cercato e trovato il legame tra generazioni e partorito una forte presa di coscienza contro tutte le guerre.

Il libro dimostra chiaramente che l’Isonzo è un simbolo così profondo e una realtà così vasta da non poter essere confinata alla sola provincia di Gorizia.

 

Antonella D’Ambrosio