Ospiti d’onore alla Galleria Spada

di Antonella D’Ambrosio

Importanti Ospiti della Spada attendono un pubblico pronto a nuove scoperte; invero Ospiti della Spada è  il titolo di un innovativo progetto che mira a portare all’interno del museo romano alcuni capolavori provenienti da importanti sedi museali italiane e straniere.

La Galleria Spada – diretta con intelligenza e garbata spigliatezza dalla storica dell’arte Adriana Capriotti – accoglie un’opera del pittore caravaggesco Antiveduto della Grammatica (Siena 1571 – Roma 1626).

Questo primo Ospite instaura un dialogo pregno di densi rimandi stilistici con le pitture normalmente conservate nella IV Sala della galleria, quella degli artisti caravaggeschi.

Il bellissimo tondo proveniente dalla Pinacoteca di Brera, diretta da James Bradburne, prende così, per tre mesi, il posto occupato nella Galleria Spada dal Compianto sul Cristo morto, un quadro che attualmente ha un posto d’onore nel museo milanese, accanto al famoso Cristo morto del Mantegna.

L’esposizione del quadro di Antiveduto della Grammatica, che rappresenta Santa Costanza con i Santi Giovanni e Paolo, permette l’approccio di un pubblico ampio alle interessanti problematiche iconografiche delle opere; infatti il dipinto braidense ha alle spalle una complicata vicenda di identificazione del soggetto, che risulta raro e in parte misterioso. L’opera, inoltre, torna, fino al 18 settembre, nella città dove fu originariamente dipinta e conservata fino all’Ottocento, essendo un esemplare della dispersa e importante collezione della nobile famiglia romana dei Mattei.

Da questa notazione di appartenenza è stato possibile dedurre il vero soggetto dell’opera: Costanza Gonzaga sposò Asdrubale Mattei.

Costantina, con il nome di Costanza, cioè salda nella fede, è venerata come santa dalla Chiesa cattolica. La leggenda vuole che, ammalata incurabile, si sarebbe recata sulla tomba di sant’Agnese a Roma, dove sarebbe miracolosamente guarita; a seguito di questo miracolo, Costanza si sarebbe convertita al cristianesimo. Un ufficiale romano di nome Gallicano, al quale era promessa sposa, gli avrebbe dato i propri due migliori servi, Giovanni e Paolo, a loro volta convertitisi seguendo il di lei esempio.

Il prezioso dipinto, la cui esecuzione è del 1613, è stato interpretato precedentemente come un’Allegoria della Ragione, poi come una Disputa di Santa Caterina d’Alessandria o addirittura come Santa Domitilla tra i Santi Nereo ed Achilleo.

Tanto più pregnante si fa, quindi, il significato di questo Ospite all’interno della Galleria Spada, luogo simbolo del collezionismo romano grazie all’attività dei cardinali Bernardino e Fabrizio Spada, consentendo così, anche ad una Galleria di per sé bloccata nella propria eccellenza, di realizzare un’innovativa e importante attività di scambio e dialogo con altri musei italiani e stranieri.

Da tenere d’occhio, dunque, questa iniziativa che, attraverso una politica selezionata di prestito e all’attuazione di una nuova linea espositiva, porterà altri importanti opere a Roma e senz’altro servirà a godere in modo innovativo delle opere già esistenti nella raccolta. I capolavori di questo gradevole museo attualmente si ammirano in un contesto più luminoso e piacevole, voluto dalla nuova Direttrice.

La Galleria Spada fa parte del Polo Museale del Lazio, diretto da Edith Gabrielli, viene solitamente conosciuta dal pubblico per la famosa prospettiva del Borromini: ora c’è un motivo in più perché anche i non specialisti le  dedichino una particolare attenzione; assolutamente da non perdere la prima iniziativa del ciclo.

 

 

 

Antonella D’Ambrosio