“Manojo” di Rogani a Puerto de la Cruz (Tenerife), fino al 15 marzo 2017

di Antonella Pino d’Astore

Manojo di chiavi, manojo di fiorellini, qualcosa di piccolo che sta in una mano. E un “Manojo” di quadri sono anche le undici tele che l’artista Rogani (Antonio Nigro) espone proprio in questi giorni a Puerto de la Cruz, Tenerife. Le opere sono ospitate fino al 15 marzo 2017 presso il Museo de Arte Contemporàneo “Edoardo Westerdahl”, Espacio 5 del Macew.

Dopo “Dieci Regole” e “Fiorile”, “Manojo” è la terza esperienza che l’artista italiano realizza nell’isola dell’arcipelago canario, dove si è trasferito con la famiglia da circa due anni.

Rogani indirizza ogni interesse sulla scelta di un dettaglio, che sia di un fiore, di una parte del corpo, di una pianta, di un insetto, di un oggetto, in quanto gli permette di sostenere elementi che subito acquistano connotazioni sconosciute e inesplorate.

Un percorso artistico e di riflessione che favorisce e stimola l’interpretazione sul significato visivo che si genera. Attraverso i suoi dipinti, Rogani impara a correggere ed eliminare ogni strato superfluo, descrittivo e fotografico innanzitutto, per riformulare e riclassificare la natura del soggetto fino a farlo apparire nella pura condizione di mito astratto, rigenerato, autonomo, metafisico.

Spiega Rogani: “Manojo, il soggetto delle mie undici tele, è un gioco sulla parola mano. In maniera leggera, tocco il tema della mano che è il primo elemento del corpo in simbiosi con la mente. Caratterizza la personalità dell’uomo, dell’artigiano e dell’artista.

Mi ha sempre affascinato l’impronta che l’uomo ha lasciato sulle pareti delle caverne per manifestare se stesso in modo assoluto. È assolutamente la prima forma artistica espressa dall’uomo. Le scene di caccia invece servivano a informare come si fa col giornale.

La mano in ogni epoca storica, culturale e religiosa ha assunto un significato e un linguaggio altamente simbolico. Chiaramente non ho voluto toccare niente che fosse retorico, provocatorio, spirituale, espressivo. Solo dettagli immobili che assomigliano a vedute, paesaggi, anfratti silenziosi”.

Il percorso artistico di Manojo si offre intatto, senza essere mai corrotto, avvolgendo chi guarda in un’atmosfera rarefatta, che incapsula e protegge, e guida alla simbiosi corpo-mente.

A.P.d’A.

 

 

Manojo

di Rogani (Antonio Nigro)

17 febbraio/15 marzo 2017

Museo de Arte Contemporàneo “Edoardo Westerdahl”,Casa de la Aduana

Puerto de la Cruz, Tenerife

Espacio 5 del Macew.