La sicurezza in montagna

di Luca Bureca

Per essere un buon escursionista e poter ammirare al meglio, con tranquillità e poter godere appieno la maestosità della natura, è necessario e fondamentale applicare delle regole per la sicurezza di noi stessi e di coloro con i quali siamo accompagnati. Il proverbio che si sente spesso dire dagli esperti del settore recita: “”Alpinista che torna è buono per la prossima volta“.

Alcune statistiche, infatti, mettono in risalto che una grossa percentuale degli incidenti che accadono in montagna coinvolgono gli escursionisti meno esperti: vuoi perché a volte non sono consapevoli delle difficoltà che può presentare l’itinerario scelto (magari non prettamente escursionistico), oppure perché non sono preparati ad un repentino cambiamento delle condizioni atmosferiche (e in montagna accade di frequente), o semplicemente perché non posseggono un adeguato equipaggiamento (il tipo di calzatura o l’abbigliamento possono essere fondamentali).

La scelta del materiale è di fondamentale importanza, iniziando dallo zaino, in grado di soddisfare le necessità che cerchiamo, e deve essere diverso in base alle necessità che abbiamo e al tipo di escursione che abbiamo intensione di intraprendere, generalmente per un’ escursione giornaliera deve essere al massimo di una trentina di litri, al fine di non avere affaticamenti al livello lombare.

Passando al vestiario: bisogna tener conto della specifica zona che sarà l’obiettivo della nostra escursione e soprattutto del periodo , tenendo in considerazione il fatto che i cambiamenti di temperatura e di clima repentini in montagna sono all’ordine del giorno. Nello specifico è molto comodo tenere nello zaino qualche maglietta di ricambio, possibilmente in microfibra in modo da riuscire ad asciugarla velocemente.

Una buona felpa, possibilmente impermeabile, è sicuramente la scelta migliore per far fronte ai cali di temperatura ( generalmente un dislivello di mille metri causa un calo di temperatura di circa sei gradi). Sia nei mesi estivi che in quelli invernali, mai farsi mancare un cappello.

Per quanto riguarda i viveri, l’acqua è l’unica cosa di cui abbiamo realmente il bisogno, evitando bevande gassate, di aiuto possono essere dei sali minerali. Per quanto riguarda la parte solida sono consigliabili alimenti come il cioccolato e la frutta secca( danno un  apporto energetico immediato), sono sconsigliabili i cibi troppo salati per evitare disidratazioni. Il concetto di base è che bisogna evitare di appesantire il corpo. C’è sempre tempo per una bella mangiata nelle baite alla fine delle escursioni.

Passando agli accessori:  è importante  avere in tasca un fischietto perché può capitare di trovarsi improvvisamente in mezzo alla nebbia, perdendo di vista i compagni di gita e gridare aiuto a squarcia gola affatica, il fiato a disposizione si esaurisce in fretta. Dentro lo zaino, poi, non dovrebbe mancare un mini pronto soccorso, anche solo per scaramanzia. Nessuno pretende una dotazione da medico, ma qualche cerotto (compresi quelli per le vesciche ai piedi), e qualche goccia di disinfettante non sono certo di troppo,  magari quei piccoli contenitori delle soluzioni saline per le lenti a contatto, riempiti con il disinfettante, possono fare al caso nostro. (benissimo l’acqua ossigenata, ma attenzione alla scadenza).

Come ultimi oggetti potrebbero essere sempre comodi un piccolo coltellino, ed una cartina dei sentieri che andremo ad esplorare, facendo prima qualche prova a casa nella lettura per prendere dimestichezza e orientarsi meglio, soprattutto se il sentiero non si conosce.

L’obiettivo è quello di far capire che si può godere della bellezza della montagna, immergendosi in ambienti stupendi, adottando piccoli (anche se tanti, è vero), accorgimenti o trucchi. La natura va rispettata ed ascoltata: riconoscere o prevenire un pericolo nascosto, essere coscienti delle proprie capacità e delle proprie forze, può far sì che una bella escursione rimanga tale.

 

Luca Bureca