“Il diavolo, certamente”: Teatro Vittoria, Roma, fino al 21 gennaio 2019

di Adele Materazzo

“Il diavolo, certamente”, messo in scena dal 20 dicembre al 21 gennaio al Teatro Vittoria dalla compagnia Attori&tecnici, per la regia di Stefano Messina, è un adattamento teatrale ad opera di Stefano Pallottini che cuce insieme sei dei 33 racconti che Camilleri ha scritto nel 2012.

Le storie sono avvolte da una cornice classica: 6 viaggiatori si trovano nello stesso scompartimento di un treno (il numero 6 della carrozza 6) e raccontano le strane storie che hanno vissuto. La situazione è credibile, si sa che le persone in treno, parlando con sconosciuti, si sentono incoraggiate a raccontare le loro vite, i loro segreti, contando sul fatto di non conoscere i compagni di viaggio e di non rischiare di rivederli.

Seduti nel vagone allestito sullo sfondo del palcoscenico, i viaggiatori, così, raccontano le loro storie e il pubblico viene a conoscenza del passato di ciascuno di loro attraverso dei flashback che si “materializzano” e vengono rappresentati nella parte anteriore del palcoscenico, distinta da un sottile velo. Sono storie di amanti e omicidi, amori finiti troppo presto, imbarazzanti lapsus di un prete, percezioni del mondo attraverso gli occhi di bambini, ma soprattutto storie che, nel bene e nel male, sono soggette a imponderabili coincidenze che ne modificano il corso.

I personaggi vedono cambiare l’andamento delle loro storie per un evento che sfugge al loro controllo, lo zampino del diavolo appunto. Il diavolo è l’imprevisto, il caso, l’errore, il lapsus che sfugge, un cambio improvviso di fortuna, una svista, un fraintendimento.

Gli ingredienti per il divertimento ci sarebbero tutti: il testo di un grande maestro, la bravura degli attori (Stefano Messina, Carlo Lizzani, Roberto della Casa, Sebastiano Colla, Claudia Crisafio, Chiara Bonome, Valerio Camelin e Mimma Lavoi) che cambiano continuamente e abilmente ruolo, riuscendo sempre a strappare una risata al pubblico e sono molto applauditi al termine dello spettacolo.

Il collage, però, sembra un po’ forzato e l’opera rimane frammentaria: il diavolo, certamente, ci ha messo lo zampino.

Adele Materazzo