Noto e Siracusa: i gioielli barocchi dell’Umanità

di Arianna Romey

La Sicilia orientale, come uno scrigno, custodisce due pietre preziose: Noto, definita “capitale del Barocco” e Siracusa. Di Noto possiamo ammirare il bellissimo centro storico, insieme alle allegre vie, piene di ristoranti e locali tipici. Per le particolari architetture barocche che vi sono, nel 2002 è stato dichiarato “Patrimonio dell’Umanità” da parte dell’UNESCO.

Il sito originario della città, “Noto antica”, si trova 8 km. più a nord, sul Monte Alveria. Qui si ritrovano i primi insediamenti umani, che risalgono all’età del Bronzo Antico (2200-1450 a.C.), come testimoniato dai reperti archeologici rinvenuti. Secondo un’antica leggenda, Neas, che sarebbe stato il nome della Noto più antica, avrebbe dato i natali al condottiero siculo Ducezio, che nel V secolo a.C. avrebbe difeso la città dalle incursioni greche.

Ducezio, sempre secondo la leggenda, trasferì la città dall’altura della Mendola al vicino monte Alveria, circondato da profonde valli, in una delle quali scorre la fiumara di Noto. Ben presto Neas o Neaton, ormai ellenizzata nei costumi, entrò a far parte della sfera d’influenza siracusana. Secondo Polibio e Tito Livio, Neaton fu una colonia siracusana durante il regno di Gerone II, riconosciuta nel 263 a.C. dai Romani con un trattato di pace. Nel 214 a.C. circa, Neaton aprì le sue porte all’esercito del console romano Netum) come Taormina e Messina.

In quanto tale, i Romani concessero ai netini un proprio senato, tanto che ancora oggi, nei palazzi e nei portali risulta presenta la scritta SPQN (Senatus PopulusQue Netinus). Subì, come le altre città isolane, le vessazioni di Verre, descritte da Marco Tullio Cicerone. Tornando all’esperienza di viaggio, per prima cosa abbiamo visitato la cattedrale della città. Essa è il luogo di culto cattolico più importante della città di Noto.

È ubicata sulla sommità di un’ampia scalinata, sul lato nord di piazza Municipio, ed è dedicata a san Nicolò, vescovo di Mira. La costruzione del tempio iniziò nel 1694, e fu completata nel 1703, anno in cui fu aperto al culto. Nel corso dei secoli, tuttavia, sia la facciata che l’interno hanno subito numerosi rimaneggiamenti, che le hanno conferito l’aspetto attuale solamente alla fine del XIX secolo. Affascinanti sono anche le decorazioni che presenta la facciata esterna: le colonne, le statue, le porte in bronzo. L’interno è sontuoso, pur nella sua (solo apparente) essenzialità. Particolarmente suggestivo è il soffitto e la fila di archi e di colonne, che danno un senso di ampiezza grazie all’utilizzo di materiali di colore bianco.

Dopo le visite ai monumenti, si è attratti dalle prelibatezze del luogo, come arancine (o meglio, come chiamate nella parte Est della Sicilia, “arancini”) e calzoni fritti, e di girare per le numerose vie della città, dove erano stati allestiti anche mercatini di cibo dolce e salato, spezie e prodotti tipici.

Siracusa, posta sulla costa sud-orientale dell’isola, possiede una storia millenaria: la sua fondazione avvenne intorno all’anno 734-733 a.C., ad opera dei Corinzi. Annoverata tra le più vaste metropoli dell’età classica, primeggiò per potenza e ricchezza con Atene, la quale tentò invano di assoggettarla. Numerose le personalità influenti accolte al suo interno, come Platone, che giungendovi per ben tre volte, cercò di instaurarvi lo Stato ideale della Repubblica. Fu conquistata da Roma nel 212 a.C.

Cicerone nel I secolo a.C. descriveva Siracusa ancora come la «più grande e la più bella città greca». Nell’anno 61 vi sostò per tre giorni l’apostolo Paolo, mentre veniva condotto a Roma. Importante centro dell’Impero bizantino, ne divenne la capitale durante il VI secolo. La conquista araba, avvenuta nell’anno 878, pose fine all’egemonia siracusana. Dopo il violento terremoto del 1693, il centro storico della città assunse lo stile barocco che tutt’oggi lo contraddistingue. Durante la Seconda guerra mondiale, nell’anno 1943, venne firmato a sud-ovest di Siracusa, l’armistizio che sanciva la cessazione delle ostilità tra il Regno d’Italia e le forze alleate degli anglo-americani, passato alla storia come l’armistizio di Cassibile. Caratterizzata da ingenti ricchezze storiche, architettoniche e paesaggistiche, la città di Siracusa è stata dichiarata dall’Unesco, nel 2005, patrimonio dell’umanità.

Camminando per la città, si possono ammirare le sue vie principali, dove ci sono locali tipici e mercatini di souvenir e siamo giunti alla fontana di Diana, che è una delle fontane più elaborata artisticamente, soprattutto per le varie statue e i “giochi d’acqua” che si creano e convergono nella statua centrale. Successivamente ci siamo diretti al centro di Siracusa. Il sito dove sorge il Duomo o Cattedrale di Siracusa lo si può definire unico nel suo genere, in quanto è stato ininterrottamente il fulcro della sacralità principale della città di Siracusa. La storia di questo sito inizia già in tempi pre-greci, quando i siculi vennero a insediarvisi. Poi vi sorse nei suoi pressi un tempio ionico, raro in Italia e in Europa, con somiglianze e analogie allo stile architettonico orientale. Poi vi arrivò Gelone, il primo tiranno di Siracusa, e vi eresse un tempio dorico, imponente, il più importante della polis, dedicato ad Atena.

Una visita a Siracusa può essere arricchita dalla visione di due rappresentazioni teatrali, due tragedie come l’Edipo di Sofocle e l’Eracle di Euripide.

Arianna Romey