Cosenza, tesori nascosti e gioielli d’arte a cielo aperto

“Il Grande Metafisico”, una scultura di Giorgio De Chirico. Fa parte del percorso del MAP, il museo all’aria aperta di Corso Mazzini, a Cosenza

Tra musei, cattedrali Unesco e piazze risorgimentali. Un fine settimana nella cittadina calabrese, da Corso Telesio, l’antico salotto dei nobili cosentini, a Corso Mazzini, da qualche anno una “galleria” en plein air con le opere di artisti famosi riunite nel circuito del MAB, il Museo all’Aperto Bilotti

 

Testi e foto di Massimiliano Rella

Veduta di Cosenza vecchia

Nei vicoli di Cosenza vecchia il rumore dei passi fa l’eco a una città spopolata. Solo una passeggiata ci separa dalla zona novecentesca di corso Mazzini, eppure il tempo sembra essersi fermato. Ogni tanto qualche evento rianima il centro storico – a marzo la Fiera di S. Giuseppe – ma quando cala il sipario sull’antico abitato del colle Pancrazio il silenzio torna sovrano.

Una strada di Cosenza vecchia

Sulla cima della collina di Cosenza vecchia, a 380 mt, svetta il castello Normanno-Svevo. Fondato probabilmente come fortezza saracena sull’antica rocca Bruzia fu revisionato da Ruggero II nel 1.130 e dopo il terremoto del 1.184 ripristinato dalle maestranze di Federico II, che aggiunsero le torri ottagonali nel 1.239, una ancora esistente. Il Castello ci regala una vista suggestiva sulla città.

Scorci di Cosenza vecchia

Da riscendiamo a piedi nei vicoli a caccia di tesori nascosti. Prima d’arrivare alla Giostra vecchia, un tempo area dei giochi medievali, passiamo sotto l’arcata di Palazzo Ciaccio, oggi privato ma nel ‘500 Sedile dei Nobili (l’antico governo). Ancora cento metri su via Argento e siamo alla chiesa ex monastero delle Vergini (XVI sec) con il bel chiostro progettato da Domenico La Cava. Al suo interno una Madonna col Bambino, icona di fine ‘200 in stile bizantino, realizzata verosimilmente da Giovanni da Taranto.

 

“I Bronzi di Riace”, installazione dell’artista Sasha Sosnoal MAP, museo all’aperto di Cosenza

Corso Telesio, l’antico salotto della città

Proseguendo su via Abate Salfi ci avviciniamo a Corso Telesio, la strada principale di Cosenza vecchia, ravvivata dalle ultime botteghe artigiane rimaste aperte.  Fino a metà ‘900 corso Bernardino Telesio, intitolato al filosofo cosentino (1509-88), era il cuore pulsante della cittadina, la “passeggiata” della borghesia, di cui ora possiamo rintracciare solo i ritratti in bianco e nero e i costumi d’epoca nella Casa delle Culture, un palazzo del XVII secolo ex sede del Comune con mostra permanente sulla Cosenza otto-novecentesca; foto e oggetti donati dalla famiglia Bilotti.

Il complesso cinquecentesco di San Domenico, ex convento in stile barocco, sul fiume Crati a Cosenza

 

 

Una sala è dedicata ai progetti del dopoguerra e ci aiuta a comprendere l’espansione urbanistica, dalla bonifica degli argini del fiume Crati al ponte in ferro sulla confluenza col Busento; costruito dove sarebbe sepolto Alarico, il re dei visigoti, morto nel 410 d.C. mentre invadeva la Penisola. Ovviamente una leggenda, eppure Hitler organizzò una spedizione per cercarne le spoglie e i tesori. Inutilmente.

 

La Cattedrale di Cosenza

La Cattedrale Unesco e la piazza del Risorgimento cosentino

La Cattedrale di Santa Maria Assunta, il gioiello di corso Telesio, patrimonio Unesco dal 2011, è legata al nome di Federico II di Svevia, che partecipò alla sua consacrazione nel 1.222.

Sarcofago di Isabella d’Aragona. Al centro della trifora in stile gotico la Vergine con il bambino, a sx Isabella in posizione orante, a dx il marito Filippo l’Ardito. Cattedrale di Cosenza

Suddivisa in tre navate, custodisce capolavori come l’Assunta e i 12 apostoli dei pittori Domenico Morelli e Paolo Vetri (1899), nell’abside; ma anche il sarcofago di Enrico VII con scene di caccia in bassorilievo e quello di Isabella d’Aragona, nel transetto, opera di un artista sconosciuto al seguito dell’ottava Crociata: al centro della trifora gotica la Vergine col bambino, a sx Isabella in posizione orante, a dx il marito Filippo l’Ardito.

Cosenza, la Stauroteca, croce reliquaria in filigrana d’oro con piccolo frammento in legno della croce di Gesù. Secondo tradizione fu donata alla città da Federico II per la consacrazione della Cattedrale, nel 1222 d.C.

Altro gioiello è la Madonna del Pilerio, un’icona del XIII secolo. Secondo tradizione quando Federico II consacrò la Cattedrale donò alla città la famosa Stauroteca (custodia-reliquario con un frammento della croce di Cristo), un piccolo capolavoro di fogli e filigrane d’oro, smalti e medaglioni. Per ammirarne la maestria esecutiva ci spostiamo nel Museo Diocesano.

Il Teatro Rendano, a Cosenza

In cima a corso Telesio eccoci finalmente nella zona più curata del centro storico, il suo salotto culturale: piazza XV Marzo, sede della Provincia e del Teatro Rendano, questo in stile neoclassico, con sala a ferro di cavallo, galleria e tre ordini di palchi. Dedicato al pianista Alfonso Rendano, di Carolei (Cs), fu inaugurato nel 1909 con l’Aida di Verdi. La piazza, invece, commemora i moti del 15 marzo 1844, data importante nel Risorgimento cosentino; come il 25 luglio successivo quando nel vallone di Rovito furono fucilati i fratelli veneziani Attilio ed Emilio Bandiera e altri patrioti, catturati in Sila dopo una soffiata.

Cosenza vecchia, in alto il castello

La copia degli atti di morte è custodita nella sezione risorgimentale del Museo Civico dei Brettii e degli Enotri, insieme al primo Tricolore italiano, restaurato internamente per i 150 Anni dell’Unità. Il grosso del museo, però, è dedicato ai Brettii (o Bruzi), di cui Cosenza era capitale intorno al 356 a.C., e al popolo degli Enotri, originario della Calabria settentrionale.

L’Elmo Bruzio, scultura di Mimmo Paladino, a Cosenza

 

 

Oltre a reperti dell’età della pietra e d’epoca romana il cuore della collezione è costituito da oggetti sepolcrali rinvenuti a fine ‘800 negli scavi di Torre del Mordillo, nella Sibaritide.

 

Corso Telesio, a Coszenza vecchia

L’arte scende in strada al MAB

La città novecentesca si è sviluppata alle pendici di Cosenza vecchia. E’una vera sorpresa passeggiare sulla principale strada dello shopping, corso Mazzini, isola pedonale e da qualche anno sede di un originale museo all’aperto di sculture contemporanee e moderne: il MAB, Museo all’Aperto Bilotti.

“I due Archeologi”, una scultura di Giorgio De Chirico. Fa parte del percorso del MAP, il museo all’aria aperta di Corso Mazzini, a Cosenza

 

 

 

 

Fa effetto camminare tra le vetrine e ammirare importanti opere en plein air, donate dai mecenati cosentini Carlo ed Enzo Bilotti, da tempo scomparsi. Una passeggiata, per citar qualche artista, tra Mimmo Rotella (“Il Lupo della Sila”), Salvador Dalì (“S. Giorgio e il Drago”) e Giacomo Manzù (“Il Cardinale”) che rende tutto molto originale.

Copertura moderna in piazza Antonio Toscano, a Cosenza vecchia

 

 

 

Grandi nomi per opere d’arte di gran pregio, che creano uno strano abbinamento con le vetrine dei negozi. L’itinerario creato dal Comune abbraccia l’isola pedonale. Percorrendolo da piazza dei Bruzi incontriamo I Bronzi di Riace” dell’artista estone Sasha Sosno.

“I Bronzi di Riace”, scultura dell’artista estone Sasha Sosno. Fa parte del percorso del MAP, il museo all’aria aperta di Corso Mazzini, a Cosenza

 

 

Sono due pannelli rossi “bucati” dalle sagome dei Bronzi: attraverso il ritaglio possiamo intravedere la strada che cambia a ogni istante, con i passanti incorniciati nell’opera.

“Il Lupo della Sila”, scultura di Mimmo Rotella (2005). Fa parte del percorso del MAP, il museo all’aria aperta di Corso Mazzini, a Cosenza

 

 

 

 

Proseguendo verso piazza 11 settembre ci accolgono due sculture dell’artista contemporaneo calabrese Mimmo Rotella: “Il Lupo della Sila”, simbolo della città e dell’altopiano che la sovrasta, e il bronzo fuso “Rinascita, l’Arte è Pace”, un insieme di libri e pagine che prendono il volo; opera postuma all’attacco terroristico alle torri gemelle di New York.

“La Grande Bagnante”, scultura di Emilio Greco al MAP, museo all’aria aperta di Cosenza

 

Più avanti ci colpiscono la grazia della “Grande Bagnante” del siciliano Emilio Greco e l’opera di alcuni grandi artisti del Novecento: “Ettore e Andromaca”, bronzo fuso del metafisico Giorgio De Chirico; “San Giorgio e il Drago”, del surrealista spagnolo Salvador Dalì; e il “Grande cardinale seduto” di Giacomo Manzù, scultura che svetta tra le vetrine illuminate. L’itinerario si chiude in piazza Carlo Bilotti con quattro “Paracarri” di Pietro Consagra, esponente di rilievo dell’astrattismo italiano.

 

Massimiliano Rella 

 

 

INFO

Cosenza Turismo www.cosenzaturismo.it e Comune di Cosenza www.comune.cosenza.it