A Bressanone il turismo affronta le sfide della sostenibilità

di Tania Turnaturi

 

Le montagne le fanno da cornice, ma l’acqua la attraversa. Sorta alla confluenza dell’Isarco con la Rienza sullo sperone roccioso sopra Chiusa dove si era spostata nel 911 la sede episcopale dal monastero di Sabiona, la città nel corso dei secoli ha patito varie inondazioni.

 

 

 

Ma l’acqua è anche una ricchezza per la città, con le suggestive passeggiate lungo il fiume e i rigogliosi Giardini Rapp vicino al centro storico. Nel 1890, sulla Rienza, il medico Otto von Guggenberg zu Riedhofen fondò il primo stabilimento idroterapico austriaco secondo il modello di Kneipp, che fino al 2017 è stato luogo di incontro per le celebrità del jet set, dell’alta nobiltà, dell’economia, della politica e dell’arte. Quando sulla montagna Plose si sciolgono i nevai, a 1870 m sgorga l’acqua che, attraversando diversi strati di roccia ricca di fillite quarzifera, acquisisce purezza e leggerezza e sgorga dai rubinetti la speciale dolce “acqua di Bressanone”, che viene distribuita imbottigliata in vetro.

Sulle acque dell’Isarco sono nate varie attività, come quella del gruppo Riversurf Brixen, sport popolare soprattutto d’estate, e sulle sue rive è sorto lo storico Goldener Adler Hotel che all’inizio dell’estate 2023 riaprirà rinnovato e trasformato in Adler Historic Guesthouse, con piscina sul tetto e vista sulla Torre Bianca e sulle guglie della cattedrale. Sulla sponda opposta la Lasserhaus dalla tipica facciata diventerà “quite & art hotel”, hotel di charme per intenditori.

Water Light Festival 2019

L’acqua ha ispirato il Bressanone Water Light Festival, che torna dal 3 al 21 maggio. Gli scienziati ci forniscono i dati sul cambiamento climatico ma sono gli artisti che riescono a immaginare il mondo di domani. Al Water Light Festival i creativi propongono installazioni, azioni e mostre intorno all’acqua e alla luce per sensibilizzare l’opinione pubblica a Bressanone, Novacella e Fortezza, ispirandosi al motto: “Acqua è vita, luce è arte”.

 

 

Sarà inoltre realizzato un progetto di videomapping partecipato con alunni delle scuole primarie per offrire ai giovani la possibilità di esprimere la loro visione e interpretazione sulla “città del futuro”, colorando con le loro visioni un edificio di via Tratten. Vengono spenti 160 punti luce della città per evidenziare le installazioni luminose, che non sono inquinanti.

 

Werner Zanotti, direttore di Bressanone-Brixen Turismo, espone il piano di ripartenza e le strategie, focalizzando gli obiettivi per offrire servizi attrattivi e sostenibili. A fronte di mezzo milione di abitanti il Trentino-Alto Adige registra 8 milioni di arrivi l’anno, con 35 milioni di pernottamenti, di cui 1 milione a Bressanone. La voce turismo incide per il 17% sul Pil altoatesino.

 

 

Per consentire a tale flusso turistico di muoversi nell’ambito della regione visitandone e apprezzandone le peculiarità, e nel contempo riducendo al minimo le emissioni di CO₂, la mobilità è un parametro fondamentale. La mobilità in arrivo e partenza è legata alla rete nazionale e internazionale, mentre per quella all’interno della regione il visitatore che arriva a Bressanone riceve dalla struttura alberghiera la Guest Card che gli consente spostamenti su tutta la rete ferroviaria e sul trasporto pubblico locale fino a località molto periferiche e perfino nei masi di montagna.

 

Genuss in Südtirol

Un’offerta di qualità che scardini modalità convenzionali non più sostenibili è il traguardo auspicato, per raggiungere il quale bisogna anche abbattere pregiudizi. Ad esempio l’esclusività, aspettativa non più plausibile poiché Il turismo di massa e quello delle location televisive ha reso alcune località ad alto impatto, come il lago di Braies.

 

Sono tramontati i tempi di due settimane di vacanza, continua Zanotti. Attualmente la permanenza media è di 4,5 giorni nella regione e di 3,5 giorni a Bressanone. Ma sono tramontati anche i tempi dei prezzi stracciati, perché un turismo di qualità non può prescindere da un giusto rapporto tra qualità e costi. Un esempio significativo è il fabbisogno di carne in rapporto alle presenze: a fronte dell’esigenza di 85 milioni di tonnellate di carne l’anno, quella prodotta in allevamenti locali è appena il 5%. Tuttavia, chi visita l’Alto Adige richiede le specialità gastronomiche locali, e non si può ingannare l’ospite. Per legare agricoltura e turismo, si pone quindi l’esigenza di fissare degli standard alti a fornitori e produttori, garantendo loro l’acquisto dei prodotti, e ciò comporterà una rimodulazione dei costi delle materie prime e dei prezzi al consumatore. Sulla scia di quanto già attuato dallo chef Norbert Niederkofler per il St. Hubertus nell’Hotel Rosa Alpina di San Cassiano, che ha ottenuto tre stelle Michelin utilizzando esclusivamente prodotti provenienti dall’arco alpino e stagionali.  Con l’entrata del gruppo Aman nell’assetto proprietario, il Rosa Alpina ha annunciato la chiusura per ristrutturazione.

La scarsità di personale da impiegare nelle strutture, rende necessario il ricorso agli stranieri che dovranno essere formati a proporre la cultura locale e a dialogare con la popolazione. Fondamentale l’innovazione, soprattutto nell’offerta gastronomica che dovrà essere più orientata alla tipicità, e la famiglia ospitante, che il 50% dei turisti sostiene essere determinante nella scelta della struttura. Il ciclo si chiude con la sostenibilità, in tutti i settori. La domanda di turismo sostenibile è in crescita e si stanno diffondendo le buone pratiche.

 

 

Non siamo destinazione turistica – afferma Zanotti – siamo spazio vitale dove vive la popolazione locale, habitat di territorio e animali. Bressanone ha avviato la certificazione GSTC (global sustainable tourism council), che promuove le migliori pratiche nel turismo sostenibile e annovera tra i propri membri agenzie delle Nazioni Unite, che è riferita al livello di management, all’economia, alla cultura, all’ecologia”.

 

Tania Turnaturi