A quel paese. Mostra retrospettiva di Rogelio Lòpez Cuenca. Fino al 13 giugno 2021

di Gianfranco Cella

 

Anche quando era all’inizio del suo percorso artistico, Rogelio López Cuenca era affascinato, così come continua ad esserlo nel presente, dalle arti visive ed i mass media in cui era sempre coinvolta la poesia legata alla sua maniera di vedere le cose. In linea con la sua ispirazione artistica che per lui è sempre un gesto politico di coinvolgimento e partecipazione, Rogelio ha affrontato temi quali la dimensione collettiva dell’arte, la spettacolarizzazione della cultura, il turismo e la riconversione delle città per fronteggiarne i flussi.

 

 

 

Ed ancora, gli interventi sulle città per conferire significati e valori nuovi alle stesse, e poi, la memoria, le politiche migratorie, il colonialismo ed i danni politici, psicologici e morali causati dallo stesso e quindi la critica all’ imperialismo, e si potrebbe continuare, di questo passo, ancora. Un altro aspetto molto importante è il fatto che tutte le sue opere o meglio i suoi lavori sono contraddistinti dall’arte processuale, dove quello che conta è il processo di formazione dell’opera ed il tempo trascorso per completarla, nel senso che il  fare arte è un percorso creativo, un rituale che conta più della realizzazione dell’opera, cioè il  prodotto finito. Fa poi piacere poter riscontrare, quasi sempre nei suoi lavori, una sottile vena di ironia.

 

Veniamo ora al percorso della mostra molto ricco e variegato che comprende le aree espositive oltre alcuni spazi aggiuntivi della Real Academia de España, la Fondazione Baruchello e lo spazio pubblico della città di Roma. Cominciamo, vedendo i lavori principali, con l’ Academia; quindi con il prologo della prima sala che ci regala la dimensione poetica di Rogelio, vale a dire una installazione (sono la sua più frequente maniera di esprimersi) di poesia visiva.

 

 

Nella stessa sala sono esposti i 10 manifesti realizzati per la linea metrò della città di Barcellona (2018). Il prototipo è interessante perché incontriamo il primo esempio della mostra in cui Rogelio mette in pratica il cortocircuito, vale ma dire inserisce sui manifesti della campagna pubblicitaria suoi messaggi per cortocircuitarne la lettura. Il suo scopo è di “sabotare” gli stereotipi sistemi visivi sia che si tratti di pubblicità vera e propria, sia che si tratti di mezzi di comunicazione o altro. Questi manifesti verranno ripetuti nello spazio pubblico della città di Roma insieme ad altri.

 

 

Nella seconda sala incontriamo una doppia installazione in videoproiezione Walls (2006), vale a dire un muro che taglia in diagonale lo spazio: le due facce proiettano due video in syncro (sintetizzando, la valle della vergogna di Melilla e gli spazi di frontiera di Tijuana e Melilla).

 

 

 

 

 

La terza sala ci accoglie con una installazione site-specific “Marca Picasso (un work in progress dal 2010). Al dunque si tratta di una parodia che mostra testi, immagini, fotografie, articoli di giornale e materiale audiovisivo riferiti a Pablo Picasso secondo l’immaginario a lui legato.

 

 

 

 

La quarta sala presenta una installazione multimediale “Las Islas (2019). Qui Rogelio legge e critica la scoperta dell’America del XV secolo e parallelamente passa al contemporaneo dove il turismo distorce e massifica tutto; quindi ci presenta 12 manichini, 12 camicie, 3 proiezioni video. Salendo al 1° piano ed entrando nella Sala Studio, troviamo la “Mappa di Roma” (2006-2007).

 

 

 

Si tratta dei temi  affrontati, nel IV Seminario di Ricerca e Formazione dalla Fondazione Baruchello, in una nuova versione site-specific e multimediale, in sostanza lavori di rilettura critica di alcune città dell’America Latina. Allo stesso piano nella Sala Conferenze adattata a sala cinema per la mostra, assistiamo alla proiezione in sequenza ciclica di tre lavori video degli anni 2000. All’esterno dell’Accademia, vale a dire sulla parete della terrazza-giardino, un murale con una grande mappa fantastica “Que surja (1991). Si tratta di una mappa utopica e surreale di un mondo al contrario, partendo da un verso del poeta cileno Vincente Huidobro.

 

 

Infine un ultimo lavoro site-specific si trova nel chiostro centrale  dell’Accademia: una installazione site specific intitolata “Do not cross. Art scene (1991). La mostra continua alla Fondazione Baruchello con una installazione site-specific “No/W/Here” (1998-2004) ed una tripla video installazione Home Swept Hole (1993-2003). Per la visita, contattare i primi due siti per prenotare e per conoscere gli orari di apertura, non appena Roma ritorna in zona gialla.

 

 

 

 

Gianfranco Cella

 

Titolo mostra: A quel paese. Mostra retrospettiva di Rogelio López Cuenca 

Luoghi e indirizzi:

1)  Real Academia de España in Roma  –  tel. +39 065812806 Piazza San Pietro Montorio, 3

2) Fondazione Baruchello  –  tel.  +39 065809482  Via del Vascello, 35

3) Spazio pubblico, città di Roma