Roma. Tre stazioni per Arte – Scienza Palazzo delle Esposizioni fino al 27 febbraio 2022

di Adele Materazzo

Tre stazioni per arte – scienza” è un progetto espositivo composto da tre mostre collegate tra loro che concorrono, con punti di vista diversi, a definire un incontro fra arte e scienza, “La scienza di Roma”, che ha un’impostazione storica; “Ti con zero” che lancia uno sguardo sulla ricerca artistica contemporanea, e “Incertezza” che indaga l’incertezza nelle misurazioni e nelle previsioni che anche gli strumenti più evoluti non riescono a raggiungere con esattezza assoluta. Un progetto ambizioso e molto interessante, che occupa tutti gli spazi del palazzo, realizzato con la partecipazione dell’Istituto Nazionale di Fisica nucleare e l’Università degli Studi “La Sapienza” e che vede la collaborazione di numerosi e autorevoli curatori.

Ti con zero
a cura di Paola Bonani, Francesca Rachele Oppedisano e Laura Perrone

Il titolo prende spunto da una notazione matematica che indica l’istante iniziale di osservazione di un fenomeno. Ti con zero è anche il titolo di un racconto di Italo Calvino in cui l’autore immagina l’attimo in cui scocca una freccia contro un leone, proprio nello stesso momento in cui il leone sta spiccando il salto contro di lui. Blocca questo istante e immagina, attraverso un discorso matematico deduttivo, una serie di ragionamenti su quale possa essere la sviluppo della situazione, mettendo in luce le innumerevoli possibilità di situazioni future. La mostra parte da questo assunto e indaga le possibilità della ricerca scientifica sui possibili futuri, attraverso la forza immaginativa dell’arte, materializzando visioni originali e a volte distopiche. L’obiettivo è quello di suscitare nello spettatore non solo una reazione emotiva e qualitativa ma anche conoscitiva, perché l’arte e la scienza partecipano entrambe al mondo attraverso una reazione esperienziale e hanno in comune il modo libero e disinteressato di rapportarsi al mondo: se lo si fa col linguaggio della logica si entra nel mondo della scienza, se si utilizzano forme che pertengono all’intuizione e non necessariamente alla coscienza si entra nel mondo dell’arte. È questo, dunque, il punto di incontro delle due prospettive e rappresenta il fondamento della ricerca artistica dei 30 artisti in mostra, suddivisi in 7 sezioni, i quali utilizzano pratiche molto vicine a quelle della ricerca scientifica (alcuni hanno un retroterra scientifico o hanno collaborato con laboratori). Si tratta di circa 50 opere di cui una prima sezione sfrutta maggiormente i modi di procedere di matematica, chimica e biologia; la seconda parte affronta tematiche quali lo sfruttamento delle risorse terrestri, la desertificazione e tutti quei panorami futuri che ci possono attendere. Cuore della mostra, la sala centrale, intitolata Caosmosi, ospita le opere che restituiscono un’esperienza concreta di una possibile esplorazione del reale attraverso la convergenza fra astrazioni teoriche e percezioni sensibili. In questa sezione della mostra, le due anime, quella più razionale e quella più sensibile si incontrano, come nel caso dell’opera Anti che è un’entità geometrica, un oggetto estetico che sembra un enorme cristallo nero: appoggiando la mano al centro di una faccia del solido, cioè entrando in contatto fisico con l’opera stessa, si percepisce un suono generato da un theremin posto all’interno. La scultura, insomma, rende percepibile una realtà altra attraverso la connessione fra due entità.

La scienza di Roma – Passato presente e futuro di una città

A cura di Fabrizio Rufo e Stefano Papi

La mostra, collocata al primo piano del Palazzo delle esposizioni, racconta la storia della scienza in una città come Roma che è stata teatro di importanti scoperte e luogo in cui hanno operato o sono passati grandi scienziati come Galilei, Fermi, Marconi, per citarne solo alcuni. Si sviluppa attraverso nove sezioni in cui la spiegazione storica e la suggestione estetica si fondono in un allestimento coinvolgente destinato a pubblici diversificati. Il visitatore sarà accompagnato in un viaggio nel tempo e ripercorrerà le tappe della scienza, vedrà gli strumenti del passato e le loro evoluzioni, ricorderà gli obiettivi raggiunti, rifletterà sulle risposte trovate agli interrogativi e su quelle ancora da trovare. Attraverso video e apparati iconografici sarà possibile ripercorrere la storia di Galileo, vedere il primo satellite italiano, conoscere i progetti recenti dell’Università “La Sapienza” di Roma, ad esempio, sulle protesi cerebrali stampate con stampante 3D, intelligenze artificiali e interrogarsi sulle prospettive della scienza, ben sapendo che è fondamentale conoscere la storia e lo sviluppo della scienza per affrontare le sfide del mondo contemporaneo.

Incertezza

A cura di INFN Istituto di Fisica Nucleare, Vincenzo Barone, Fernando Ferroni, Vincenzo Napolano, Antonella Varaschin

L’incertezza domina ovunque. Tutta la nostra vita è immersa nell’incertezza: nulla – all’infuori di ciò – si può affermare con certezzaBruno De Finetti

Riuscire a definire qual è l’incertezza delle nostre conoscenze e informazioni è decisivo ai fini di una presa di decisione e, di conseguenza, al fine di vivere meglio in una società complessa come la nostra. Le sezioni della mostra sono tre: Misurare l’incertezza, la logica del caso, incertezze fondamentali. Attraverso  apparati sperimentali della fisica contemporanea, come uno degli specchi dell’interferometro Virgo, grazie al quale sono state osservate per la prima volta le onde gravitazionali,  installazioni immersive e strumenti interattivi grazie ai quali si può toccare con mano la variabilità e la probabilità dominate dall’incertezza, questa mostra dà l’opportunità di confrontarsi col tema dell’incertezza e conoscere alcuni degli strumenti concettuali che possano aiutare  a gestire oggi e domani questa incertezza.

Quello che la scienza dell’ultimo secolo ha imparato, dicono i curatori della mostra, è che il nemico non è l’incertezza, anzi conoscerla meglio e misurarla può essere molto importante per permetterci di prendere decisioni più efficaci, sia se le misure sono elementari, sia se le decisioni riguardano eventi complessi come, ad esempio, un terremoto. La mostra, poi, intende intervenire nel dibattito contemporaneo sul rapporto tra scienza e società e ha l’obiettivo non solo di comunicare i risultati che la scienza ha raggiunto relativamente alla conoscenza dell’incertezza ma anche di far conoscere gli strumenti e i metodi per gestire questa incertezza. Anche perché è importante utilizzare ciò che conosciamo per capire o prevedere come le cose potrebbero andare il futuro (le probabilità) in particolare per quanto riguarda i fenomeni “caotici”, come ad esempio le previsioni del tempo, l’andamento di una pandemia, i fenomeni climatici. Nella gestione di questi fenomeni, come nella vita di tutti i giorni, la statistica e lo studio delle probabilità sono strumenti importanti, ma sottoposti in natura a margini ineliminabili di indeterminatezza.

L’obiettivo principale che l’azienda Palaexpo ha voluto perseguire attraverso l’allestimento di questa triplice mostra è trovare un terreno di incontro fra la ricerca artistica e la ricerca scientifica e per potenziare quest’incontro lo arricchisce con altre esperienze per renderlo una vera e propria esperienza culturale e formativa. È per questo che nei prossimi mesi saranno proposti incontri, conferenze, lezioni performance, proiezioni che coinvolgeranno pubblici diversi coniugando gli aspetti espositivi propri della mostra con quelli pedagogici e performativi. Tutte le informazioni sono reperibili sul sito del Palaexpo. Da vedere assolutamente.

 

Adele Materazzo