L’arte cura l’anima e la psiche

“DIAMO VOCE A …” VIAGGIeMONDO intervista Paola Esposito, psicoterapeuta

di Antonella Pino d’Astore

 

 

 

Solitudine o angoscia nella nuova dimensione e nella condivisione forzata di spazi ridotti? VIAGGIeMONDO prosegue il cammino virtuale e incontra Paola Esposito, psicoterapeuta.

Come è cambiato il lavoro e quali sono le richieste di aiuto e supporto in questo periodo di isolamento e distanza sociale?

 

 

In questo periodo il mio lavoro di psicoterapia si svolge per telefono o attraverso skype; io e i miei pazienti abbiamo constatato che gli interventi a distanza sono molto utili e permettono di non interrompere la continuità di un percorso iniziato prima della quarantena.  Le richieste e gli interventi sono gli stessi del periodo precedente all’isolamento: i miei pazienti mi chiedono aiuto e supporto per quanto riguarda problemi di vita e di relazione. Naturalmente aumentano i problemi derivanti dalla condivisione forzata di alcuni ambienti, di spazi ristretti, si amplificano gli attriti e le tensioni nella convivenza”.

 

Come immagini il mondo del dopo quarantena?

Mi immagino un mondo più consapevole nelle relazioni umane e più rispettoso dell’ambiente in cui viviamo. Mi auguro che le persone dopo questa esperienza siano più riflessive e valorizzino anche le cose piccole, che diano più importanza agli affetti, alla vicinanza delle persone care, che credano in un progetto di vita. Per certi aspetti questa convivenza forzata deve far apprezzare il piacere di stare di più in famiglia, perché questo periodo anche se ci mette davanti a paure, angosce, può servire anche a riscoprire l’importanza dei rapporti e degli affetti”.

 

 

Non si può tuttavia negare che stiamo vivendo pagine di storia che mai avremmo potuto immaginare. E allora cosa può aiutare ad allentare l’ansia che caratterizza l’incertezza di questo periodo?

 

 

La fruizione dell’arte, la visione del bello, l’immergersi nelle immagini artistiche aiuta e cura la nostra anima. Tanti musei hanno dato la possibilità di fare tour virtuali. La fruizione artistica è importante normalmente ma adesso lo è ancora di più, dà speranza, armonia, gratifica con un passaggio di emozioni e di piacevolezza”.

 

Quale artista potrebbe rappresentare questo periodo?

Mi piacerebbe parlare di Edward Hopper, un autore dell’inizio del ‘900 ma le cui opere possono essere contestualizzare nel periodo che stiamo vivendo. La solitudine rappresentata da Hopper è una solitudine moderna; i suoi personaggi guardano aldilà di una finestra, lo sguardo è rivolto verso l’architettura e la natura che cambia con il modernizzarsi della società.

 

 

Le donne guardano assorte cercando di capire cosa stia accadendo. È la stessa solitudine che stiamo vivendo noi adesso: guardiamo fuori dalle nostre finestre mentre ci chiediamo cosa accadrà alla natura, al mondo che ci circonda.

 

 

Nei quadri di Hopper c’è però serenità c’è speranza non c’è disperazione. Non si percepisce la solitudine come una accezione negativa bensì come contemplazione e ricerca del nuovo, come interesse nei confronti di qualcosa che sta accadendo e di cui noi non ne siamo a conoscenza”.

Antonella Pino d’Astore

 

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