Santo Domingo, la prima metropoli d’America

testo e foto di Andrea Barbieri Carones

La capitale della Repubblica Dominicana è il motore della crescita economica del Paese caraibico, che nei primi nei primi 9 mesi del 2014 si è assestata a +7%. Intanto, nel primo insediamento europeo nel Nuovo Mondo, il turismo prende una nuova (e inaspettata) piega.

L’appello delle migliaia di italiani residenti nella Repubblica Dominicana non è stato accolto e l’ambasciata della capitale Santo Domingo ha chiuso il primo gennaio scorso, trasferendo le sue funzioni presso l’Ambasciata italiana di Panama City, che ha trovato un ufficio di rappresentanza nei locali della Delegazione europea. Se per la nostra Penisola è in atto una (teorica) spending review, nell’isola scoperta da Cristoforo Colombo nel 1492 è in atto un vero e proprio boom economico, che si riflette anche nel settore turistico.

Ad avvantaggiarsi di questo radicale cambiamento, in atto nel Paese almeno da inizio secolo, non sono soltanto le imprese che vogliono investire ma anche i residenti, che nel giro di pochi anni hanno visto un generale miglioramento del reddito e del tenore di vita con parallelo sviluppo di quella “middle class” che è stato il motore della crescita europea di un tempo.

La capitale – una moderna metropoli di oltre 2 milioni di abitanti – è pertanto diventata una via di mezzo tra una città coloniale dei Caraibi e una fervente metropoli dei vicini Stai Uniti, scrollandosi di dosso molti stereotipi che accompagnavano la sua immagine e quella dell’intero Paese.

Spiagge bianche, sole, mare cristallino, merengue e lungomari pieni di palme non sono mai tramontati dai sogni dell’immaginario collettivo di chi è stato o vuole andare nella Repubblica Dominicana ma sono state affiancate da un desiderio di scoperta di luoghi nuovi, non necessariamente da visitare in costume da bagno e pareo.

La capitale, per esempio, è da qualche anno una città dove si concentrano investimenti immobiliari rivolti al turismo d’affari, investimenti legati al turismo dello shopping e investimenti di tour operator che, assecondando i trend dei clienti, allungano i soggiorni balneari aggiungendo una visita alla città, che grazie al suo aeroporto internazionale è la principale porta d’accesso del Paese.

 

 

 

Da vedere

Santo Domingo non ha nulla da invidiare a l’Havana, alle città messicane o sudamericane, col vantaggio di essere più sicura e più a misura d’uomo come ben sanno gli oltre 10mila italiani con residenza ufficiale nel Paese, gli altri 10mila che risiedono in maniera temporanea e i circa 70-80 mila (53mila nei primi 8 mesi) che ci arrivano ogni anno in vacanza partendo dal Bel Paese e che, piano piano, stanno imparando a conoscere la capitale e quello che offre ai turisti e ai residenti.

Da vedere? C’è l’imbarazzo della scelta praticamente 24 ore al giorno: se la sera si può fare una vita notturna che nulla ha da invidiare a Miami, con ristoranti per ogni tasca (alcuni gestiti da italiani), locali, birrerie, discoteche e bar, di giorno si può passeggiare per musei o per la “zona colonial”, che rappresenta il più antico insediamento europeo nel Nuovo Mondo e che per certi versi assomiglia alle più belle città spagnole. Si possono visitare centri commerciali dove fare shopping e dove ripararsi dal caldo afoso delle ore centrali della giornata (praticamente 12 mesi l’anno), fare una visita guidata per la città, magari a bordo di un’auto anni ’50 che farà girare la testa ai passanti.

“Negli ultimi anni – spiega l’italiana Ruth Palermo, incaricata commerciale del tour operator dominicano Colonial Tours, partner di diversi operatori italiani – sono aumentati i pernottamenti di turisti italiani che hanno scelto Santo Domingo come estensione della propria vacanza mare, proprio per il fascino che unisce la vita notturna con la “zona colonial”, la parte più antica della città  che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio mondiale dell’umanità: questo, infatti, rappresenta il più antico nucleo ancora esistente fondato dagli spagnoli nel Nuovo Mondo, con edifici del sedicesimo secolo e la più antica cattedrale di tutte le Americhe”.

“Nel 2014 c’è stato un notevole sviluppo nel numero di hotel: nel primo semestre è stato inaugurato un nuovo 5 stelle lusso da 150 camere con il marchio JW Hotels, sui è seguito l’Embassy Suites by Hilton, un 5 stelle con 180 suite. A fine 2015, aprirà un InterContinental Real 5 stelle lusso con più di 200 camere nella zona centrale di Piantini, non lontano dal JW Marriott e da un nuovo centro commerciale. Altre strutture si stanno rinnovando, come l’Hotel Renaissance Jaragua, sul lungomare a meno di un chilometro dalla zona coloniale, mentre tante altre – soprattutto di piccole dimensioni e di charme – stanno aprendo in tutta la città” ha detto Lina Matos, direttrice dell’Associazione alberghiera di Santo Domingo, che comprende 25 hotel a 4 e 5 stelle con un totale di 3.500 camere.

 

 

 

Pillole 3: La “Republica” in cifre

– Abitanti: circa 10 milioni (come la Lombardia)
– Superficie: 48.730 km2 (come Piemonte e Lombardia insieme)
– Tasso di cescita PIL gennaio-settembre 2014: +7% sullo stesso periodo del 2013 (dati Banco Central Dominicano). Di cui:
Costruzioni: +10,7%
Hotel, Bar e ristoranti: +8,2%

– Entrate derivanti dal turismo (gennaio-settembre): 4,2 miliardi di dollari americani (+11,5% sullo stesso periodo del 2013)

– Variazione arrivi turisti gennaio-settembre: +10% (di cui +13,3% a settembre)
– Ore di volo dall’Europa: circa 8
– Differenza di fuso orario rispetto all’Italia: -6 ore
– Tasso di disoccupazione ottobre 2013: 7% (percentuale rispetto alla popolazione attiva)
– Tasso di disoccupazione ottobre 2014: 6% (percentuale rispetto alla popolazione attiva)
– Tasso di disoccupazione generale ottobre 2013: 15%
– Tasso di disoccupazione generale ottobre 2014: 14,1%

 

A.B.C.