Le onde gravitazionali sono bianche, rosse e verdi

di Carlo d’Argenzio

We have detected gravitational waves…we get it!” – “Abbiamo rivelato le onde gravitazionali…ce l’abbiamo fatta!”. Con queste parole il fisico David Reitze, direttore del Laboratorio LIGO presso il CalTech, ha annunciato l’11 febbraio 2016 una delle scoperte scientifiche più importanti del secolo: le onde gravitazionali.

Teorizzate da Einstein nel 1916 fanno parte di quei traguardi scientifici che l’uomo ha inseguito con tutti i mezzi disponibili. La ricerca è stata  portata avanti da due laboratori, l’americano LIGO e l’italiano VIRGO, in provincia di Pisa, tramite degli enormi apparecchi (nell’ordine dei 3-4 km) chiamati interferometri, capaci di rivelare accuratamente piccolissimi cambiamenti, dovuti appunto alle onde gravitazionali, in un fascio laser. Questa tanto attesa risposta ci darà maggiori informazioni nella ricerca sui buchi neri. Proprio per questa motivo già si parla di premio Nobel.

Di fronte a questo successo in parte tricolore sorge spontanea una riflessione/critica. Quante volte sentiamo dire “l’Italia fa schifo” o “in Italia non siamo capaci a concludere nulla”? Troppe volte purtroppo. E spesso e volentieri chi dice queste cose non è informato su grandi imprese svolte dal nostro Paese o da nostri connazionali.

Basti pensare alla direttrice del CERN, Fabiola Gianotti, a capo della ricerca sul bosone di Higgs, o alla grande partecipazione di aziende italiane nella ricerca spaziale o nella fusione nucleare. In più la nostra terra ha dato i natali a grandi menti del passato come ad esempio Leonardo, Galileo ed Enrico Fermi. E parliamo solo del campo scientifico.
Io auspico che questa importante scoperta dia al Mondo un’immagine diversa dell’Italia, l’immagine di un Paese capace di partecipare alle grandi sfide che la scienza, come tutti altri campi della conoscenza, ci propone ogni giorno. E quando in futuro racconteremo ai nostri figli di scoperte come questa non lo faremo da semplici spettatori seduti in platea. Lo faremo da protagonisti.

Carlo d’Argenzio