“Il Polifemo perplesso” di Tetaux a Capranica fino al 19 maggio 2019

di Adele Materazzo

È sull’osservazione della realtà contemporanea che incentra le sue opere l’artista capranichese Tetaux, al secolo Terenziano Cocozza. Lo incontro nel Tempio Romanico di San Francesco, nel cuore di Capranica, dove ha allestito una mostra fotografica dal titolo “Polifemo perplesso” in cui espone i suoi ultimi lavori.

Il suo acuto sguardo è puntato soprattutto su fenomeni attuali che non devono passare inosservati: dalla violenza sulle donne o sulle categorie più deboli, alle dipendenze (dalla droga oppure dalla tecnologia e da internet), dalle ingiustizie sociali ai problemi ecologici.

Le sue fotografie sono quindi un invito a essere sempre vigili e pronti a una lucida lettura della realtà, anche quando è scomoda, e a non vivere nella cecità come Polifemo. Ma nella sua produzione c’è posto anche per scatti ironici e divertenti in cui coinvolge amici e personaggi del suo paese.

Quando gli chiedo di descrivermi il suo percorso artistico, Tetaux mi racconta come, ad un certo punto della sua vita, le competenze maturate nel suo lavoro tipografico presso la testata romana “La Repubblica” si sono fuse con la sua passione per la fotografia.

Così sono nate le prime opere. In realtà non si tratta di fotografie tout court ma di elaborazioni che lui definisce foto-grafiche, alludendo appunto al processo grafico di post-produzione sui suoi scatti.

Proprio grazie a questo sapiente lavoro di montaggio ed elaborazione delle immagini, riesce a creare un’opera che va oltre la fotografia. Cioè non scatti estemporanei, ma storie da raccontare e progetti da elaborare. Il tutto realizzato davvero con grande abilità.

La sua narrazione, a volta ironica, altre volte drammatica, sempre surreale, si affida a immagini e simboli che permettono un’immediata comprensione, segno che la scelta del “correlativo oggettivo” è lucida e centrata.

In più l’autore accompagna i suoi scatti con una breve didascalia, uno spunto per l’interpretazione. Insomma, il messaggio arriva forte e chiaro. Perciò il visitatore, uscendo dalla mostra, ha l’impressione di avere avuto una buona occasione per aprire gli occhi e si porta dietro molti pensieri su cui riflettere e qualche sorriso.

Adele Materazzo